IDEALISMO
Con il termine idealismo si intendono due cose:
1) ogni dottrina filosofica che nega l’esistenza di una sostanza materiale e interpreta la realtà come il frutto del pensiero del l’Io (ad es. Berkeley);
2) la corrente post-kantiana nata in Germania nel Romanticismo e che vede il suo culmine nell'idealismo soggettivo di Fichte, nell'idealismo oggettivo di Schelling e nell'idealismo assoluto di Hegel.
L’idealismo tedesco è una complessa filosofia che si è sviluppata in stretto rapporto con il romanticismo, anche se non si identifica con esso. I suoi aspetti caratteristici sono i seguenti: la ricerca di un principio assoluto, l'interpretazione di tutta la realtà alla luce del principio assoluto, la valorizzazione del carattere dinamico e "soggettivo" della realtà.
Per quanto riguarda la ricerca di un principio , in certi sensi ricorda gli obiettivi del pensiero kantiano, ma in altri se ne differenzia nettamente…perché:
Kant:
>cerca le condizioni di possibilità, i limiti della riflessione razionale
>concepisce i propri principi in senso strettamente formale-gnoseologico
Gli idealisti:
>cercano un fondamento assoluto e incondizionato >concepiscono i principi in senso sostanziali-genetico, in quanto il fondamento è un principio ontologico ed è in grado di produrre la realtà
Per quanto riguarda il principio, che nel pensiero idealista assumerà diversi connotati (Io, Idea, Universale, Spirito, Assoluto...), esso è posto come fondamento di tutto. Caratteristica di tale principio è che esso risulta essere sia fondate a priori il mondo sia come immanente nel mondo.
Ne consegue per quanto riguarda l'interpretazione di tutta la realtà che tutti i fenomeni e i processi particolari acquistano il loro senso solo in quanto espressioni o produzioni del principio. L’attività trascendentale per gli idealisti conosce e crea al contempo . Esso nasce dalla critica a Kant e dal tentativo di superare le contraddizioni che sorgono dalla sua visione dualistica. Nel sistema kantiano persiste la differenza tra soggetto e oggetto oltre alla distinzione tra fenomeno e noumeno. Il soggetto kantiano risulta così lacerato poiché da un lato risponde alle leggi meccaniche della natura e dall’altro avverte in sé la libertà. In altri termini l'uomo non accede al noumeno, ma ne avverte l’esigenza.
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